FC RUGBY TARANTO SI PREPARA ALLA NUOVA STAGIONE

29.07.2019 10:31

Perché un genitore dovrebbe avviare il proprio figlio/a a giocare a Rugby?
Per chi non conosce questo sport è facile fraintendere. Per molti, soprattutto in Italia, il rugby è uno sport pericolosoviolento e assolutamente inadatto ai bambini gracili.

Purtroppo questi sono solo alcuni pregiudizi da parte di chi non conosce questo sport.

Il rugby incarna perfettamente il concetto di disciplina sportiva, intesa come lealtàcondivisione e apertura mentale. Il rugby non è una semplice attività sportiva e molto di più, è una scuola di vita.

5 Ragioni per far giocare tuo figlio/a a Rugby

  •  Formativo. Il rugby educa il bambino al rispetto e alla socialità. Rispetto dei ruoli (capitano, allenatore, arbitro e avversario) e appartenenza ad un gruppo dove si condividono gioie e dolori.
  •  Forgiare il carattere. Grazie al contatto fisico consente ai più deboli di superare l’insicurezza e ai più aggressivi di controllare l’esuberanza.
  •   Altruismo. Nel rugby devi aiutare chi è più vicino a te. Il principio del gioco è basato sul concetto di squadra.
  •   Responsabilizzazione. Il giocatore deve autodeterminarsi all’interno del gruppo, nel confronto con l’avversario prevalgono degli aspetti tattici (capire, valutare e agire di conseguenza) che non possono aggirare il problema.
  •   Attività motoria semplice ma completa. Il rugby è uno sport che può essere praticato da soggetti con fisicità diverse. Tutti devono essere in grado di compiere gesti naturali come: correre, saltare, passare, afferrare, rotolare, schivare e lottare.

Il rugby è uno sport formativo a 360 gradi, ricco di valori che si materializzano sul campo di gioco.

Gioco etico
Il buon esempio parte dai protagonisti, i quali si affrontano lealmente senza atteggiamenti da divi, senza sporchi sotterfugi.
L’etica dei giocatori si trasferisce sugli spalti. In una partita di rugby non avvengono risse tra tifosi come invece capita spesso di vedere negli stadi di calcio.

Il giocatore di rugby è un esempio di rispetto e lealtà, un vero gentiluomo.

Da questo deriva il famoso terzo tempo, l’ultimo atto nel quale giocatori, dirigenti e arbitri si ritrovano tutti insieme per festeggiare. Applaudendosi reciprocamente.

Dopo il lavoro svolto quest'anno dalla società con il laboratorio sportivo alla scuola Gemelli di Leporano-Gandoli " Sport e Regole : Il Rugby" e il campus estivo tenutosi nel Centro Sportivo del Turesport, le prospettive sportive per la stagione 2019/20 sono concentrate sulla programmazione della nuovea attività, che sarà mirata a far crescere il gruppo, ancora più di quello che quest'anno si è verificato. Sicuramente la FC Rugby Taranto stà lavorando sul progetto Rugby al Femminile, con particolare attenzione alle categorie Under 14 e Seniores, visto anche il buon riscontro di nuovi atleti, avuta quest'anno al 6° Torneo Città dei Due Mari. 

Quindi, lo staff tecnico e la dirigenza tutta, si è messagià al lavoro per poter svolgere al meglio i nuovi progetti per la prossima stagione sportiva, che inizierà quest'anno il 4 settembre, presso le strutture del New Faro Sport a San Vito-Taranto, tutti i mercoledì e venerd' dalle ore 18,00 alle ore 19,30.

Per qualsiasi informazione consultare i siti Facebook FC Rugby Taranto 1983 e Spartans Ladiey's o sul sito internet :www.fcrugbytaranto1983.it

 

“Adesso so che quando si avanza uniti ci sono possibilita` di successo. Adesso so che se non andro` in meta io, ci andra` un mio compagno. Adesso so che cosa vuol dire rispettare un avversario che e` a terra. Adesso so che potro` cadere e perdere il pallone, ma un compagno sara` pronto a raccoglierlo e a lavorarlo per me. Adesso so che bisogna avere sempre qualcosa da portare avanti. Adesso so che si puo` anche perdere, ma non ci si deve mai arrendere. Adesso so che per ottenere qualcosa bisogna essere determinati. Adesso so che correre non vuol dire scappare, ma andare incontro al futuro. Adesso so che affrontare la vita sara` un gioco da ragazzi e che, se la vita e` un gioco, il rugby e` una gran bella maniera di viverla!”
Mirko Petternella,